teatro e video art
Stefano Moretti
Attore e drammaturgo
La mia storia
Sono nato a Montevideo il 14 ottobre del 1980. Mio padre, diplomatico, muore in un incidente aereo quando non ho ancora compiuto quattro mesi. Il mio Edipo viene così drammaticamente anticipato dagli eventi e il desiderio inappagato di uccidere il padre mi segnerà per il resto della vita. Dopo lo sfortunato evento, torno in Italia al seguito di mia madre Cassandra, casalinga di origini greche. Ci stabiliamo nella provincia di Alessandria, in Piemonte, dove vivono i miei nonni paterni. A due anni vinco il premio come miglior maschera al Carnevale di Acqui Terme vestito da Cappuccetto Rosso. Le trecce, le lentiggini e il grembiule in pizzo bianco conquistano la giuria. Questa esperienza, che segna l'inizio di una folgorante carriera nel mondo dello spettacolo, avrà importanti risvolti nella mia vita artistica ed esistenziale. Dopo un'infanzia e un'adolescenza relativamente noiose e comuni, il 31 agosto 1997 ho un'epifania guardando Unplugged in New York dei Nirvana su MTV Italia trasmesso da una rete che non ricordo. Mentre osservo Kurt Cobain canta The man who sold the world di David Bowie capisco quanto tutto questo sia una metafora dell’essere italiano: Cobain è lì davanti a me, con il maglione di lana, i capelli sporchi di una settimana e una dose di eroina in vena. Ma è morto da tre anni e mezzo. È come la luce di una stella, penso, che vedo adesso anche se si è spenta una miriade di anni fa. Capisco, alle soglie della maggiore età, che come italiano vivrò sempre ai margini dell’Impero, in cronico ritardo rispetto a quello che avviene nel resto del mondo. Non so ancora che dopo meno di dieci anni arriveranno la rete, Facebook e tutto sarà – forse – diverso. A diciotto anni pubblico il mio primo testo teatrale: Gianni. Memorie filiali di un parricida, una tragedia in versi endecasillabi in cinque atti che metto in scena con un gruppo di disabili della mia città. L'opera vince due premi Ubu, il premio Hystrio e il premio Maschere del teatro. L'anno successivo scrivo e dirigo un cortometraggio intitolato Sara. Come sono diventato mia sorella, che viene selezionato nella categoria Orizzonti dalla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Nel 2002, dopo essermi diplomato alla Scuola del Teatro Stabile di Genova, ottengo una borsa di studio che mi porta a studiare scrittura al National Theatre di Londra. In quell'occasione scrivo Marcelli. Sei personaggi in cerca di una scena primaria. Sono ormai certo di ricevere la consacrazione definitiva, ma il testo viene duramente stroncato dal critico teatrale Franco Quadri, che vi riconosce una pesante copiatura di testi di Fausto Paravidino. La mia carriera crolla come un castello di carte e per diversi anni faccio perdere le mie tracce. Nel 2020 torno a far parlare di me con un'intervista a Vanity Fair, in cui rivelo di essere, insieme al mio sodale, amico e conterraneo Sergio Blanco, l'autore di ogni cosa scritta da Jenna Abrams, influenze e blogger di fama mondiale.
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